Il suo nome è stato ripreso dal poeta Dylan Thomas, ed era il nome che Tiziano Sclavi dava provvisoriamente a ogni suo personaggio prima di scegliere il vero nome da dargli. In questo caso però il nome rimase quello. La caratterizzazione grafica di Dylan Dog (realizzata da Claudio Villa e attuata per la prima volta da Angelo Stano) è ispirata all'attore Rupert Everett per richiesta dello stesso Sclavi, e l'ambientazione tipica è quella di Londra, dove il protagonista vive al numero 7 di Craven Road. Il nome della via è stato scelto in onore di Wes Craven, sceneggiatore e regista della popolare serie di film Nightmare incentrata sul terribile personaggio di Freddy Krueger. Nella realtà a Londra esistono diverse vie con questo nome, ma esiste una sola "Craven Road" nel centro cittadino, a Westminster (le altre sono piuttosto periferiche), e al civico 7 vi è un ristorante italiano chiamato "Bruno's Snack Bar", nel quale è attualmente in vendita un sandwich dal nome 'Dylan Dog'. Secondo quanto affermato da lui stesso a pagina 71 dell'albo numero 250, Dylan è alto 185 cm e ha 33 anni.
L'abbigliamento è uno dei suoi elementi caratteristici: veste sempre allo stesso modo, camicia rossa (tranne in alcune copertine disegnate da Villa e nel ciclo "Gli inquilini arcani", storie a colori fuori serie con testi di Sclavi e disegni di Corrado Roi, in cui indossa una camicia bianca), giacca nera, jeans blu e scarpe Clarks chiare. Anche durante la brutta stagione non porta mai né cappotto né ombrello (anche se lo si vede in montgomery nei numeri 16-17 della serie), poiché il cappotto «rovinerebbe il suo look» mentre dell'ombrello pensa: «Lo trovo un'invenzione inutile. Specialmente quando non piove».
La vera ragione del suo abbigliamento ripetitivo è spiegata nel numero 200 dove Dylan compra 12 completi identici e pensa:L'elaborazione del lutto è una cosa strettamente personale, vale per tutti. Anche per me. Nella storia, infatti, che riprende quella lasciata in sospeso sullo specialissimo numero 121 della serie, Dylan è innamorato di Lillie, un'irlandese militante nell'IRA che verrà arrestata e morirà, in condizioni disumane, nel carcere penitenziario di Dartmoor. Sarà il ricordo della sua amata a ispirare Dylan per quella che negli anni diventerà la sua "divisa", in memoria degli abiti che indossava durante l'ultimo incontro con Lillie. È inoltre da notare come non tutte le versioni date negli anni dagli autori di Dylan Dog convergano su questo punto (cfr. lo speciale Dylan Dog e Martin Mystère).
Dylan Dog è astemio dopo aver avuto un passato da alcolizzato, anche se già nel secondo albo lo si vede bere una birra in bottiglia (che nella Granderistampa è stata "trasformata" in aranciata). In molti albi, inoltre, si definisce, o viene definito da Groucho, «un astemio che si dimentica spesso di astemiarsi». Oltre a ciò, Dylan non fuma ed è vegetariano per ragioni etiche.
Soffre di diverse fobie, talvolta di ostacolo per il suo lavoro. Oltre ad essere claustrofobico e a soffrire di vertigini, è estremamente aerofobico; nelle poche "trasferte" all'estero, utilizza sempre la sua automobile, oppure, per attraversare l'oceano, prende una nave (pur soffrendo di mal di mare). La condizione che impone ai clienti è, sempre e comunque, "niente aerei".
Dylan nutre scarso interesse per i molti aspetti della vita moderna. Non ama i telefoni cellulari e per tenere il proprio diario si affida a penna d'oca e calamaio. Ama molto la lettura, in particolare la poesia, la musica; i suoi interessi spaziano dalla classica all'heavy metal, e i film horror. Nonostante sia perennemente in bolletta, non nutre particolare interesse verso il denaro. La sua tariffa da investigatore privato era originariamente di 50 sterline al giorno più le spese, ma è aumentata a 100 a partire dall'albo numero 145 della serie mensile (ottobre 1998, dopo esattamente 12 anni di "attività"). Ai numerosi clienti accorsi nel suo studio nel corso degli anni, il primo consiglio che solitamente dà è quello di rivolgersi a uno psicologo o psichiatra. Molto spesso, quando i clienti sono donne, Dylan Dog se ne innamora e spesso ha una relazione con loro, tuttavia non mancano le occasioni in cui "va in bianco".
A suo dire, il metodo d'indagine di Dylan Dog nella sua professione di indagatore dell'incubo consiste nel partire da ipotesi razionali o normali, ma il più delle volte ciò che si trova di fronte è l'incubo. In realtà Dylan è un abilissimo detective, formatosi a Scotland Yard agli ordini dell'ispettore Bloch, e non crede nelle coincidenze.
Alla fine di settembre del 1986, ma con data ufficiale di copertina ottobre 1986, esce nelle edicole il numero 1 del nuovo mensile a fumetti Dylan Dog, intitolato L'alba dei morti viventi, con soggetto e sceneggiatura di Tiziano Sclavi e disegni di Angelo Stano. Il valore raggiunto ad un certo punto tra i collezionisti del numero 1 ha portato alla stampa di copie false. Riconoscibili per la scarsa qualità della carta (piuttosto gialla) e di stampa. Note tra i collezionisti del settore, sono circolate per qualche tempo nelle frequenti mostre mercato del settore.
La struttura dell'albo prevede 96 pagine più le 4 di copertina (comprese nella numerazione, visto che dopo la prima e la seconda di copertina si comincia con pagina 3). Le 96 pagine sono tutte occupate dalla storia a fumetti, inedita e, solitamente, autoconclusiva. A partire dal numero 18 la pagina 3 è occupata dal frontespizio (prima versione, opera dell'allora copertinistaClaudio Villa. La seconda e definitiva, disegnata da Angelo Stano, esordirà nel numero 42, in concomitanza con il passaggio di testimone nella realizzazione delle copertine), mentre la pagina 4 è occupata dalla rubrica Dylan Dog Horror Post (in seguito fusasi con la rubrica Il club dell'orrore, presente in seconda di copertina fino all'ingigantimento dell'elenco arretrati, e diventata perciò Dylan Dog Horror Club). Di conseguenza le storie si riducono da 96 alle classiche 94 tavole.
La storia più lunga mai pubblicata sulla serie regolare è anche la prima in due puntate: Il castello della paura e La dama in nero, apparsa sui numeri 16 e 17, per un totale di 96 + 96 = 192 tavole. Successivamente saranno pubblicate altre storie in due puntate, ma di sole 188 tavole (94 + 94). Questa collana mensile ha offerto, nella sua storia, alcune illustri eccezioni alla regola delle 96 pagine.
La prima eccezione si è verificata al raggiungimento del prestigioso traguardo del numero 50, festeggiato con 12 pagine in più (108 + la copertina). Per l'occasione, la rubrica della posta è stata raddoppiata, venendo presentata anche nella penultima pagina, e riservando l'ultima al resoconto del Dylan Dog Horror Fest. Le rimanenti pagine hanno presentato una storia completa di ben 104 tavole, Ai confini del tempo.
Nel numero 77, L'ultimo uomo sulla terra, la Sergio Bonelli Editore ha proposto, in via sperimentale, un albo con 16 pagine in più (112 + la copertina) e, caso unico, con due storie complete anziché una sola. Queste due sono quindi le storie più brevi mai apparse sulla serie mensile. La prima, che dava il titolo all'albo, era anche un primo esperimento di "storia immaginaria" di Dylan, mentre la seconda era intitolata Incubus.
Per festeggiare il numero 100 la Bonelli non ha alterato invece il numero di pagine ma, come da tradizione di questa casa editrice, ha proposto un albo interamente a colori, La storia di Dylan Dog, raccontando il capitolo conclusivo della saga dell'indagatore dell'incubo.
Altro albo illustre della serie è stato il numero 121, Finché morte non vi separi, che ha festeggiato i dieci anni di vita editoriale di Dylan Dog (centoventi mesi dal numero uno). Nell'occasione, infatti, è stato proposto contemporaneamente sia il colore, sia l'aumento di pagine, 16 in più (112 più la copertina). In una lunga storia di 110 tavole a colori è stato raccontato un capitolo importante del passato di Dylan (l'amore con Lillie e il primo incontro con Groucho).
Successivamente non vi sono più stati albi con pagine extra, con una sola eccezione: il numero 131, Quando cadono le stelle, presentava appena 2 pagine in più (98 più copertina), la penultima delle quali conteneva anche un particolare a colori. La storia di questo albo, con 96 tavole, riproponeva dunque la stessa lunghezza di quelle dei primi 17 numeri.
Vi sono invece stati altri albi interamente a colori. Ovviamente il numero 200, intitolato proprio Il numero Duecento, con soggetto e sceneggiatura di Paola Barbato (considerata l'erede di Tiziano Sclavi) e disegni di Bruno Brindisi per un nuovo episodio che scava nel passato di Dylan Dog (l'alcolismo e l'avvio della sua professione di indagatore dell'incubo). A colori anche l'albo numero 224, Sul filo dei ricordi, in questo caso senza motivazioni particolari.
I numeri 241, Xabaras!, e 242, In nome del padre, sono pure usciti interamente a colori e con una storia in due puntate realizzata di nuovo dalla coppia Barbato e Brindisi, appositamente per festeggiare il ventesimo compleanno di Dylan. Neanche un anno dopo, anche il traguardo del numero 250 è stato festeggiato con un albo a colori, Ascensore per l'inferno, scritto da Tiziano Sclavi.
Il prossimo albo celebrativo sarà il numero 300, a colori, la cui uscita è programmata alla fine di agosto del 2011 (data ufficiale di copertina settembre 2011). La casa editrice ha già preannunciato nuove rivelazioni sul passato dell'indagatore dell'incubo, che un mese dopo festeggerà 25 anni di vita editoriale. Stavolta il soggetto è di Pasquale Ruju, mentre i disegni sono stati affidati ad Angelo Stano.
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